Verso un Parlamento meno rappresentativo? – G. Santini
«Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione», reca la prima parte dell’art. 67 della Costituzione repubblicana; la disposizione ha un cuore antico, richiamando quella del tutto analoga dello Statuto della monarchia, per cui «i deputati rappresentano la Nazione in generale, e non le sole provincie in cui furono eletti» (art. 41), nonché la previsione della Costituzione francese del 1791, che, al primo albore della vicenda del costituzionalismo continentale, sanciva: «les représentants nommés dans les départements, ne seront pas représentants d’un département particulier, mais de la Nation entière» (tit. III, cap. I, sez. III, art. 7). Il significato di queste previsioni è evidentemente quello di segnare la cesura tra la «rappresentanza degli antichi» e quella «dei moderni», nel passaggio dai rapporti modellati sul mandato civilistico a quelli di diritto pubblico che discendono dall’espressione del suffragio, ed escludono il vincolo di mandato.