Magistratura e questione di genere: alcune riflessioni sulla (necessaria) presenza femminile nel Consiglio Superiore della Magistratura – M. D’Amico

La ricorrenza dei “sessant’anni e più” dall’entrata in funzione del C.S.M. ha rappresentato una preziosa occasione per volgere lo sguardo verso il passato, cercando di cogliere gli elementi più significativi dell’esperienza dell’organo di autogoverno della magistratura ordinaria, lungo una ideale traiettoria che lega – quasi fatalmente – l’entrata in vigore della legge 24 marzo 1958, n. 195 e uno dei passaggi più cupi e densi di implicazioni della storia di quest’organo; allo stesso tempo, però, questa stessa ricorrenza ha posto all’attenzione del dibattito, scientifico e politico, numerosi ed inediti interrogativi in ordine alle prospettive di riforma delle regole che circondano il funzionamento del C.S.M., sulla base della condivisibile logica per cui proprio alla luce degli elementi di criticità emersi dall’analisi storica è possibile individuare le linee d’intervento future, i nodi irrisolti e le questioni che meritano ancora di essere indagate.

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