Recensione a I. Ruggiu, The Roots of Patriarchy. A Legal and Genealogical Approach, Routledge, Londra, 2025, pp. 1-246 – G. Giorgini Pignatiello
Il volume di Ilenia Ruggiu, The Roots of Patriarchy. A Legal and Genealogical Approach, costituisce un contributo di straordinaria rilevanza non solo per gli studi di genere, ma anche per la teoria costituzionale. L’Autrice, partendo da una lunga ricerca durata quasi un decennio e da un dialogo serrato con discipline diverse, propone una genealogia del patriarcato che si rivela essenziale per comprendere le ragioni profonde della mancata piena attuazione del principio di eguaglianza fra i sessi, nonostante la proclamazione solenne che esso riceve nelle costituzioni democratiche. Per un costituzionalista, il libro rappresenta una sfida teorica e metodologica, poiché invita a ripensare il patriarcato non come semplice categoria sociologica o lessico femminista, ma come una vera e propria “costituzione materiale” parallela e antagonista rispetto alla costituzione formale. Ruggiu lo afferma con chiarezza: il patriarcato è un problema costituzionale perché si pone come sistema normativo diffuso, sedimentato e resistente, capace di condizionare la realizzazione effettiva dei diritti fondamentali e in particolare del principio di uguaglianza. Questa tesi si innesta nella grande tradizione italiana della teoria costituzionale che, da Mortati in poi, ha distinto fra costituzione formale e costituzione materiale, sottolineando come i rapporti di forza sociali e culturali siano determinanti nel plasmare la vita effettiva delle istituzioni. L’operazione non è soltanto terminologica: essa implica la necessità per i giuristi di riconoscere che l’eguaglianza di genere non fallisce per mere disfunzioni legislative o per resistenze occasionali, ma perché esiste un tessuto normativo non scritto che resiste strutturalmente. È un richiamo alla concretezza della politica costituzionale, che non può accontentarsi di norme programmatiche ma deve misurarsi con il sostrato culturale e simbolico.