Il Bundesverfassungsgericht dichiara ultra vires il Quantitative easing (con uno sguardo al Pandemic Emergency Purchase Programme?) – P. Faraguna
Dopo tanto abbaiare, il Tribunale costituzionale federale tedesco (BVerfG) ha infine morso. Con sentenza del 5 maggio 2020 il BVerfG ha per la prima volta nella storia della sua giurisprudenza dichiarato atti di Istituzioni europee ultra vires e in quanto tali non vincolanti per i poteri pubblici della Repubblica federale tedesca. La decisione del BVerfG ha infatti parzialmente accolto alcune questioni introdotte mediante ricorsi individuali diretti aventi a oggetto gli acquisti disposti dalla Banca Centrale Europea (BCE) nel quadro del Public Sector Purchase Programme (PSPP), anche noto come quantitative easing. Il programma contemplava massicci acquisti di titoli di Stato e obbligazioni da parte del Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) con l’obiettivo – almeno nelle asserzioni della BCE, che sono il vero punto del contendere – di stimolare l’inflazione per riportarla all’obiettivo del 2%. Diversi ricorsi diretti erano stati sollevati davanti al BVerfG, volti a fare dichiarare la non applicabilità di quel programma in Germania (si legga: da parte della Bundesbank) e l’obbligo per gli organi costituzionali tedeschi di farsi parte attiva nell’impedirne l’applicazione nella Repubblica federale tedesca. Ad avviso dei ricorrenti, i programmi in questione violavano il divieto di finanziamento monetario di cui all’art. 123 TFUE, eccedendo i limiti del mandato della BCE e del SEBC stabiliti dagli artt. 119 e 127 TFUE e 17 e 24 del Protocollo n. 4 allegato allo Statuto BCE. Ancora una volta, alla base delle prospettazioni dei ricorrenti c’era l’idea che le decisioni rese ultra vires violassero il principio democratico e perciò recassero pregiudizio all’identità costituzionale tedesca.