La libertà religiosa travolta dall’emergenza – P. Consorti

Il 2020 ci ha proiettati in una situazione alla quale eravamo impreparati sotto tutti i punti di vista. Per la verità, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva già avvisato dei rischi pandemici da molti anni. Nel 2018 il Ministero della salute aveva predisposto un «Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale», che non è stato però implementato né utilizzato.Da ultimo, nel 2019 la stessa Organizzazione mondiale è tornata a indicare fra le dieci minacce globali alla salute una pandemia influenzale: «l’unica cosa che non sappiamo è quando colpirà e quanto sarà severa». Ed eccoci qua: la pandemia è arrivata e ci ha trovato sprovveduti sotto diversi punti di vista. In primo luogo, ha messo a nudo molte debolezze strutturali del Servizio sanitario nazionale e di quelli regionali, ha rive-lato la scarsità di fondi disponibili per la ricerca, e, sul versante giuridico, ha messo in luce la fragile impalcatura costituzionale relativa alla produzione di norme emergenziali. D’altra parte, non possiamo troppo meravigliarci. Le emergenze sono ontologicamente improvvise, e come tali difficilmente prevedibili.

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