CasaPound, Forza Nuova e Facebook. Considerazioni a margine delle recenti ordinanze cautelari e questioni aperte circa la relazione tra partiti politici e social network – I.M. Lo Presti

Il presente contributo muove dall’analisi di due recenti ordinanze cautelari del Tribunale di Roma inerenti alla richiesta di riattivazione dei profili di CasaPound e Forza Nuova, in seguito alle misure sanzionatorie adottate da Facebook. Nonostante le controversie giudiziarie oggetto di analisi condividano lo stesso petitum, l’esito è antitetico. Mentre nel giudizio che ha coinvolto CasaPound il giudice cautelare ha dichiarato l’illegittimità dell’intervento del social network, in quanto contrario alla libertà di espressione e al principio pluralista riconosciuto dal nostro ordinamento, nella vicenda che ha interessato Forza Nuova il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso ex art. 700 c.p.c. e confermato le misure adottate. Entrambe le ordinanze condividono un medesimo profilo: il superamento di una valutazione strettamente contrattuale del rapporto oggetto delle controversie esaminate, in ragione dell’evoluzione del ruolo che nel nostro tempo Facebook ha assunto come strumento a disposizione dei partiti politici “per concorrere a determinare la politica nazionale”. Deve precisarsi che in relazione a CasaPound, dal punto di vista strettamente giuridico, non è corretto qualificare tale ricorrente come partito politico in ragione del recente cambio di status in quello di “associazione di promozione sociale”. Tuttavia, ai fini del presente contributo si adotterà la definizione che il decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, coordinato con la legge 21 febbraio 2014, n. 13 fornisce di “partiti politici” intesi come “partiti, movimenti e gruppi politici organizzati” che abbiano presentato candidati sotto il proprio simbolo alle elezioni politiche, amministrative o europee, ovvero, che dichiarino di far riferimento ad un gruppo parlamentare regolarmente costituito in entrambe le Camere. La partecipazione alle ultime tornate elettorali di carattere europeo e amministrativo fa sì che si possa continuare ad estendere a CasaPound lo status di partito politico, nonostante il menzionato cambiamento di natura giuridica.

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