Una crisi senza fine? Due sentenze per raccontare la Bosnia-Erzegovina a trent’anni da Dayton – L. Bonifati
Per quanto la Bosnia ed Erzegovina non sia estranea a periodi di instabilità, negli ultimi mesi le tensioni politiche paiono aver raggiunto nuovi apici. Il 14 marzo del 2025, infatti, l’Assemblea nazionale dell’entità a maggioranza serba (la Republika Srpska) ha adottato con procedura d’urgenza i testi provvisori di una nuova Costituzione dell’entità e di una «Legge sulla protezione dell’ordine costituzionale della Republika Srpska». L’obiettivo politico è diretto all’affermazione di una maggiore autonomia per la Republika Srpska, stabilendo nuove istituzioni indipendenti dal livello statale, tra cui un esercito dell’entità e un sistema giudiziario che risponda al Parlamento dell’entità serba. Entrambi i testi contengono anche alcune disposizioni relative al diritto di autodeterminazione e di formare confederazioni con altri Paesi, rinforzando ulteriormente le intenzioni secessioniste portate avanti dalla leadership serbo-bosniaca negli ultimi anni.
Abstract: Through the analysis of two recent rulings, this case note reflects on the constitutional situation in Bosnia and Herzegovina, thirty years after the signing of the Dayton Peace Agreement in 1995. The first decision analysed is the one on the case U-2/25, in which the Constitutional Court temporarily suspended the law of the Republika Srpska on national symbols, while the second is the ruling in which the Court of Bosnia and Herzegovina sentenced Milorad Dodik to one year in prison and banned him from holding the presidency of the Serb entity for six years for the non-compliance with the High Representative’s decisions.
Parole chiave: Accordi di Dayton, Alto Rappresentante, Corte Costituzionale, Corte della Bosnia-Erzegovina, Republika Srpska.